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Nuovo Ruggi al palo, Tommasetti: “Avevamo ragione, un altro rinvio” Attualità 

Nuovo Ruggi al palo, Tommasetti: “Avevamo ragione, un altro rinvio”

“Come volevasi dimostrare il progetto di De Luca del nuovo ospedale, che risale al 2018, subisce un ulteriore ritardo”. Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega, si esprime così sullo slittamento della partenza del cantiere per il nuovo presidio ospedaliero Ruggi d’Aragona. Un ritardo dettato dal braccio di ferro in corso al Tar che non si pronuncerà prima del 25 ottobre. “Un progetto presentato, ormai oltre cinque anni fa, come al solito in pompa magna. A detta del governatore, il nuovo ospedale si sarebbe dovuto aprire entro l’inizio del 2023. Ora ci ritroviamo con dei lavori che resteranno in sospeso per chissà quanto tempo. Al
momento non è stato neppure firmato il contratto e ciò lascia immaginare quanto fossero lontane dalla realtà le promesse assunte dalla Regione Campania e dal governatore. Peraltro il 25 ottobre è una data indicativa perché, tra ricorsi vari, tutto rischia di essere
rinviato all’anno prossimo. Sarebbe il colmo se un’opera del genere si arenasse in Tribunale ma purtroppo ci siamo abituati”. Tommasetti ricorda anche i motivi alla base della battaglia al Tar:“Il cantiere era stato affidato a un raggruppamento di aziende ma poi, in un secondo momento, la Regione è tornata sui suoi passi ammettendo un errore di punteggio, e quindi nella graduatoria. Quando l’appalto è stato riassegnato, il raggruppamento risultato vincitore ha subito fatto ricorso e così ci ritroviamo a questo punto. Una vicenda ancora da chiarire ma anche se si
fosse trattato di un semplice errore materiale, sarebbe grave. Il tutto mentre De Luca assicurava che gli interventi sarebbero iniziati entro poche settimane ”. Tommasetti aggiunge una riflessione: “Con tutti i problemi della sanità in provincia di
Salerno ci mancava solo un contenzioso sul tanto atteso nuovo ospedale di Salerno. Mentre i migliori professionisti fuggono dall’ospedale non abbiamo dubbi che per la posa
della prima pietra la macchina della propaganda si rimetterà in moto”.

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